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Consorzio di Bonifica Catania, Mandrà (Flai Cgil): «Governo regionale in “confusione organizzata”»

Intervento del Segretario generale Flai-Cgil sulla situazione nella bonifica siciliana e catanese

Piante organiche sottodimensionate, avvio in ritardo della stagione irrigua, incertezza per i lavoratori a cui si aggiunge una politica che non decide, sono i motivi di fondo anche per questo inizio 2020 nei consorzi di bonifica siciliani. In particolare, il Consorzio di bonifica 9 Catania, ha una annosa carenza di organico a cui non si sta ponendo rimedio con i necessari provvedimenti, con la conseguenza che a risentirne sarà la qualità del servizio offerto con importanti ricadute sull’agricoltura. Sulla situazione della bonifica isolana e, in particolare nel Consorzio 9, interviene il Segretario generale della Flai Cgil di Catania, Pino Mandrà.

«Così come per il settore forestale, anche in questo comparto il governo regionale procede in maniera confusa e contraddittoria – dice il Segretario della Federazione agroindustriale etnea – . Le poche risposte fornite sono insufficienti e irricevibili. Non è ben chiara la strategia del governo Musumeci in relazione a tutte le questioni annose che caratterizzano il settore della bonifica siciliana che rimangono tutte aperte.

Il Consorzio 9 Catania, che ci riguarda direttamente, – aggiunge Mandrà – ha una cronica carenza di organico alla quale non si sta rimediando: eppure la pianta organica esiste. Vi sono contenziosi aperti che riguardano i lavoratori a tempo indeterminato. Inoltre rimane sul tappeto la questione dei 151isti che probabilmente andranno in pensione da precari. Non giova a nulla stabilizzare solo tre lavoratori su 120 a Catania. Ricordo che in tutta la Sicilia non sono più di 400, un numero contenuto la cui utilità è altissima per tutta la regione. Inoltre, a Catania i lavoratori non raggiungeranno più le 151 giornate reali e questo significa che verranno danneggiate tante famiglie. Inoltre, l’amministrazione del Consorzio di Bonifica negli anni ha sempre peggiorato le condizioni dei lavoratori stagionali e si rifiuta di incontrare le organizzazioni sindacali.

Inoltre – sottolinea il Segretario Flai Catania – il governo regionale non può trattare il Consorzio di bonifica 9 Catania come i restanti consorzi della Sicilia, poiché ha una disponibilità di mezzi di alto livello, conta su professionalità e manodopera qualificate ed una rete tubata vastissima. Quindi, la politica siciliana ed il Governo Musumeci non può non tenere conto delle sue peculiarità e delle sue specificità, che sono uniche nel panorama regionale.

E poi, più in generale, che si vuol fare dell’agricoltura siciliana? L’acqua deve essere un bene pubblico o no? – Si chiede il Segretario Flai – . Con il precedente governo avevamo un interlocutore, che aveva certamente i suoi limiti, ma ci ascoltava, mentre gli attuali tavoli di concertazione hanno prodotto risultati pari a zero. L’attuale governo non ha saputo dare alcuna risposta: la legge di riordino di Cracolici si deve applicare o no? Oppure è necessario scrivere una nuova legge di riordino?
Questo governo – conclude Pino Mandrà – si è distinto solo per quel che io definisco una confusione organizzata, che non aiuta la bonifica siciliana a uscire dalle “secche”».

(16 marzo 2020)


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