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Covid, Mandrà: “Dal Sostegni bis il bonus per lavoratori agricoltura e pesca”

Intervista al segretario generale Flai Cgil Catania che parla della difficile annata 2021 che non ha risparmiato i lavoratori delle campagne. Di ieri l’approvazione dell’indennità per i lavoratori del settore agricolo e della pesca


La storica battaglia per i diritti dei braccianti, italiani e stranieri, i passi da compiere per dare piena attuazione alla legge contro il caporalato, il lavoro al tempo della pandemia, la stagione agrumicola che si sta per chiudere e, notizia di ieri, il bonus per braccianti e addetti alla pesca, i temi al centro della consueta intervista periodica con il segretario generale della Flai Cgil di Catania, Pino Mandrà.

Segretario, parliamo intanto dell’indennità per i lavoratori del settore agricolo e della pesca contenuta nel decreto Sostegni bis.

I sostegni erano stati erogati nel lockdown dello scorso anno, fino a maggio 2020, ma poi non sono stati inseriti nei successivi provvedimenti. Abbiamo indetto uno sciopero per lo scorso 30 aprile e subito si è registrata l’apertura del ministro Patuanelli, al quale abbiamo chiesto che il decreto Sostegni bis contenesse un contributo importante per i  lavoratori danneggiati dalla pandemia. Il decreto approvato in queste ore contiene effettivamente il bonus per gli stagionali agricoli esteso ai lavoratori della pesca, come avevamo chiesto, ed è una risposta positiva al mondo del lavoro di questi due settori. Oltretutto, elimina una evidente discriminazione. Per noi è una grande soddisfazione. L’impegno prosegue, adesso, sul tavolo degli ammortizzatori sociali che si aprirà nei prossimi giorni.

Sul fronte dei diritti dei lavoratori in agricoltura, quali sono le ultime novità?

La battaglia per i diritti dei lavoratori agricoli prosegue anche se, devo aggiungere, non si è mai fermata. Negli ultimi anni, fra mille difficoltà, siamo riusciti a conseguire risultati non indifferenti: sul fronte dei diritti abbiamo migliorato le condizioni dei lavoratori agricoli, ma sappiamo bene che dovremo continuare sulla strada intrapresa e tenere sempre alta l’attenzione affinché non si compiano passi indietro. Quando, nel 2010, abbiamo iniziato quella che consideriamo la battaglia più importante e che riguarda lo sfruttamento del lavoratore agricolo, il tema era quasi totalmente sconosciuto ai non addetti ai lavori. In Sicilia abbiamo contribuito alla campagna della Flai nazionale puntando i riflettori sulla condizione dei lavoratori agricoli e contribuendo con alcune iniziative di grande valenza quali il sindacato di strada, che la Flai di Catania ripropone ogni anno, e “da Cassibile a possibile” che ha messo in luce il sistema di reclutamento dei braccianti stranieri nel siracusano, ma anche nelle altre province.

Il risultato più importante ottenuto in questi anni è senz’altro la legge 199/2016 contro il caporalato, che rappresenta uno spartiacque tra lo sfruttamento che avveniva in precedenza nelle campagne, in presenza di un vuoto normativo, e l’ingresso in una nuova era in cui diventa reato l’intermediazione parassitaria di mano d’opera. Dopo quella legge abbiamo puntato sulla nascita della Rete del lavoro di qualità e, oggi, insieme a Cisl e Uil, alle organizzazioni datoriali e all’Inps, siamo impegnati nella messa a punto di tutti i meccanismi affinché funzioni bene e sancisca un principio importante: le aziende che in questo Paese rispettano le leggi, i contratti, le regole, devono beneficiare di premialità. Inoltre, chi rispetta le regole si trova a competere in un mercato in cui opera pure chi le regole non le rispetta, causando il noto fenomeno del dumping sociale che permette di praticare prezzi concorrenziali che sono frutto del mancato rispetto delle norme e dei diritti dei lavoratori. Le leggi e i contratti vanno rispettati a prescindere, ma vanno individuate le giuste premialità per le aziende che sono in regola. Al contrario, chi si pone al di fuori delle norme non dovrà ottenere la bollinatura della rete del lavoro di qualità, non dovrà accedere al Programma di Sviluppo Rurale e, quindi, ai finanziamenti statali, e non dovrà intrattenere rapporti commerciali con la grande distribuzione organizzata.

Oggi è essenziale anche il tema della sicurezza e voglio ricordare che agricoltura e pesca sono tra i mestieri più pericolosi. In agricoltura, in tema di sicurezza abbiamo bisogno di regole più stringenti che salvaguardino maggiormente i lavoratori, mentre non è possibile che ancora oggi la pesca non è riconosciuta tale. In provincia di Catania siamo riusciti ad ottenere la Rete del lavoro agricolo di qualità, che include anche l’Inps, fissando principi di legalità e favorendo le aziende che la legalità la rispettano. Come ente bilaterale Ebat-Ciala, abbiamo istituito uno sportello di orientamento per le aziende che vogliano aderire alla Rete. In Europa, è in discussione presso la commissione “Agricoltura” – così come alla Camera dei Deputati – la nuova politica agricola comunitaria. Insieme al Sindacato unitario europeo vogliamo affermare il principio di clausola sociale: i finanziamenti della politica agricola dell’UE devono andare solo a chi rispetta le regole.


Segretario parliamo della campagna agrumicola di quest’anno che volge al termine.

È stata una campagna particolare perchè contrassegnata dalla pandemia da Covid-19, che ha inciso, come d’altronde in tutti gli strati della società, sui lavoratori. Nel 2021 si è registrata una riduzione delle giornate lavorative e noi, come Flai Cgil Catania, abbiamo impegnato ogni energia per assicurare un reddito ai braccianti che hanno lavorato di meno. L’ottenimento del bonus nel “sostegni bis” ci dà grande soddisfazione perché è stato un risultato su cui abbiamo speso tanto lavoro.

Che stagione agrumicola è stata quella del 2021 in provincia di Catania?

La nostra provincia non è rimasta esente dai disastri provocati dalla pandemia. Il calo delle giornate si è verificato anche in presenza di quantità e qualità nella produzione. Le aziende, a causa di questa situazione, hanno distribuito il prodotto lavorato a rilento. Il calo delle giornate provocherà una ulteriore, importante, perdita di reddito, oltre che una perdita previdenziale a cui si è cercato di dare risposta con il “sostegni bis”.

(21 maggio 2021)


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